🎯 Intelligenza Artificiale tra promesse, flop e rivoluzioni educative

L’ultimo esperimento con l’AI non è andato benissimo. Poi c’è una scuola che promette di insegnarti tutto in due ore al giorno (no, non è uno scherzo), mentre Microsoft vuole ricordarti tutto… anche quello che preferiresti dimenticare. E nel mezzo, pure Trump ci mette lo zampino. Pronti per un viaggio nel meraviglioso mondo dell’intelligenza artificiale?

🛠️ Un’intera azienda gestita da agenti di intelligenza artificiale. Il risultato? Inaspettato, forse

La Carnegie Mellon University ha messo in scena un esperimento: creare un’azienda virtuale popolata esclusivamente da AI – tra cui Claude di Anthropic, GPT-4o di OpenAI, Gemini di Google, Amazon Nova, Meta Llama e Qwen di Alibaba – assegnando loro ruoli da analisti finanziari, project manager, ingegneri informatici. Un team digitale sulla carta promettente, nella realtà… un po’ meno.

📉 Il miglior agente, Claude 3.5 Sonnet, ha portato a casa solo il 24% dei compiti assegnati. Anche sommando quelli completati parzialmente, si arriva appena al 34,4%. E nessun altro ha superato la soglia del 10%.

🧩 Perché? Perché l’AI ancora inciampa su banalità che noi umani maneggiamo con naturalezza: interpretare sfumature, gestire i popup online, scrivere un file in formato Word capendo che “.docx” vuol dire proprio quello. In più quando si trova in difficoltà, l’AI prende scorciatoie, si accontenta e pensa: “Missione compiuta”. Ma la verità è che il lavoro ben fatto richiede contesto, pazienza e pensiero critico.

✅ Conclusione? L’AI può aiutare, ma non sostituire. Almeno non ancora. E forse è un bene così.

🏫 Alpha School: imparare velocemente e… meglio?

C’è una scuola, nel cuore del Texas, che promette di cambiare radicalmente il nostro modo di apprendere. Si chiama Alpha School e il suo motto è chiaro: “Two Hours a Day. That’s All You Need.”

🕑 Due ore di lezioni al giorno, il resto del tempo dedicato a ciò che rende umani: passioni, progetti, sport, creatività, pensiero critico.

💡 Il cuore del progetto? Tutor intelligenti che permettono agli studenti di completare il curriculum accademico in modo personalizzato e rapido. Ma non si tratta di una scuola per “robot umani”: il tempo guadagnato serve per allenare quelle competenze che nessuna macchina potrà replicare: life skills, soft skills, future skills… chiamatele come volete.

E pare di sentire qualche studente: “oh, finalmente, ho una vita da vivere!”

📚 È di certo una rivoluzione didattica e sta facendo scuola: Houston, Fort Worth, Santa Barbara e New York sono le prossime tappe del suo viaggio.

🔍 Ma non mancano i dubbi. Tre le principali criticità:

    1. 🧪 Mancanza di validazione indipendente dei risultati – per ora, ci dicono loro quanto sono bravi.
    2. 💸 Costo elevato (40.000 dollari l’anno!) – che l’AI di per sè non è democratica ce lo siamo già detti, vero?
    3. 🔒 Governance opaca – quando chi insegna è anche chi vende la tecnologia, qualche domanda sorge spontanea.

🤔 Allora? È un sogno o un rischio?

Ancora una volta dipende da noi. L’intelligenza artificiale può amplificare le nostre capacità, ma senza etica, accessibilità e visione sistemica, resta un gadget. Alpha School ci spinge a chiederci come vogliamo imparare, oggi e domani. E ci ricorda che la scuola deve far crescere persone, non solo cervelli performanti.

🇺🇸 Trump e l’intelligenza artificiale

Il presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo per promuovere l’educazione all’intelligenza artificiale, dalla materna al liceo. L’obiettivo? Preparare studenti e insegnanti a un futuro tecnologico, mantenere la leadership globale e cavalcare l’onda dell’innovazione.

📄 Tutto bello sulla carta. Ma a detta di molti alcuni punti restano vaghi, privi di scadenze e troppo sbilanciati su una visione tecnocentrica.

⚠️ Il rischio? Che la scuola diventi un mercato per i colossi tech e non uno spazio per la formazione di cittadini critici, consapevoli e liberi. Per educare all’AI serve molto più di un software: servono quanto meno una nuova pedagogia e una visione etica. Come dire… non basta aggiornare il programma: serve aggiornare la mentalità.

🎓 Solo così potremo insegnare non solo a usare l’AI, ma a comprenderla, regolarla e – perché no – metterla in discussione

🖥️ Windows 11 e Recall: ne vale la pena?

Microsoft ha rilanciato una funzione già presentata nel 2024 e poi “spenta” per la presenza di vulnerabilità lato sicurezza. Si tratta di Recall per Windows 11, una sorta di memoria visiva che cattura schermate del tuo desktop, analizza i contenuti e ti permette di ritrovarli in un secondo momento. Ti ricordi il nome di un ristorante che hai visto giorni fa? Recall lo trova per te.

😳 Fantastico. Ma inquietante.

Recall funziona in locale, memorizza tutto in un database sul tuo PC, e teoricamente protegge i tuoi dati con sistemi sicuri e autenticazione biometrica. Ma gli esperti avvertono: se un malware ci mette le mani sopra, il rischio è di rendere pubblica tutta la tua attività, password comprese.

🔐 Certo Microsoft ha quindi introdotto dei filtri automatici e l’opzione per disattivare Recall di default. Bene. Ma… io non me la sento. Se devo digitare il numero della mia carta online, voglio essere sicura che nessuno lo stia memorizzando, nemmeno per sbaglio.

📌 L’AI può facilitarci la vita. Ma questo è troppo. Anche per me. Quindi no, grazie Microsoft, non è una funzione che attiverò.