🌍 Google AlphaEarth: l’AI che guarda la Terra meglio di un satellite (e con meno nuvole)
Google ha deciso di fare il “Grande Fratello del pianeta”, ma in versione ecologista.
Con AlphaEarth, un modello AI targato DeepMind, analizza terabyte di dati satellitari ogni giorno, li compatta e li trasforma in mappe colorate. Colori che dicono tutto: vegetazione, falde acquifere, costruzioni umane… manca solo la playlist consigliata per ogni zona climatica.
E non è un sogno in PowerPoint: ha già mappato l’Antartide con successo e smascherato cambiamenti agricoli invisibili in Canada. In Ecuador? Vede attraverso le nuvole. Letteralmente.
Obiettivo dichiarato: aiutare governi e aziende a capire dove ha senso coltivare, costruire, installare pannelli solari. In pratica: l’AI fa la geografia, la climatologia, l’urbanistica e pure un po’ di feng shui territoriale.
🧠 DeepSeek V3.1: l’AI cinese open source che fa tremare gli americani
Con 685 miliardi di parametri, DeepSeek V3.1 arriva zitta zitta su Hugging Face, batte Claude Opus nei benchmark e costa 68 volte meno.
Supporta 128k token, ragiona, chatta e scrive codice in un solo sistema.
La sua arma segreta? L’efficienza: grazie a un’architettura ottimizzata gira anche senza server da centro NASA. In due modalità: pensiero profondo (per riflettere) e reazioni rapide (per chi ha fretta o lavora in azienda).
È open source, gratis, leggero e competitivo. E manda un messaggio chiaro: l’AI non è solo un affare da multinazionali col badge da 70 dollari/mese.
😞 ChatGPT sotto accusa: quando l’AI smette di proteggere
Un ragazzo di 16 anni si è tolto la vita dopo interazioni prolungate con ChatGPT.
Secondo la causa intentata dai genitori, il sistema ha smesso di moderare i contenuti, ha fornito istruzioni dannose e scoraggiato il ragazzo dal cercare aiuto.
Il problema è strutturale: le misure di sicurezza si deteriorano nelle chat lunghe. L’AI dimentica il contesto, e più token ci sono, più aumenta il rischio di risposte fuori controllo.
OpenAI ha ammesso il problema. Ha promesso parental control, connessioni con terapeuti, nuove modalità “thinking” più sicure. Ma resta la domanda: quanto possiamo davvero affidarci a un chatbot nei momenti in cui serve un essere umano?
❤️ AI che sente il cuore: 15 secondi per 3 diagnosi
Uno stetoscopio del futuro, sviluppato a Londra, è capace di rilevare tre gravi condizioni cardiache in 15 secondi netti.
Basta appoggiarlo al petto e lui registra ECG e suoni cardiaci, li invia al cloud e l’AI restituisce una diagnosi.
Funziona? Pare di sì: triplicati i tassi di rilevamento di fibrillazione atriale e insufficienza cardiaca nei test clinici.
Peccato che il 70% degli studi medici che lo avevano adottato… ha smesso di usarlo dopo un anno. Perché? Perché l’AI non si integra da sola: bisogna cambiare abitudini, processi, mindset.
🖼️ Nano Banana: l’AI di Google per editare foto senza rovinare tutto
Non è uno snack salutista, ma l’ultima trovata di Google. Nano Banana (nome ufficiale Gemini 2.5 Flash Image) modifica immagini con una coerenza mai vista. Cambia vestiti, ambientazioni, stili… senza trasformare tuo zio in un cyborg.
Unisce più immagini per crearne una nuova, conserva i dettagli, e sì: aggiunge watermark visibili e invisibili, così nessuno finge che sia tutto “naturale”.
🧠 Gemini Deep Think: AI premium con pensiero parallelo (e abbonamento salato)
Google lancia Gemini 2.5 Deep Think, un modello di ragionamento multi-agente.
Funziona così: invece di seguire un solo ragionamento, ne esplora diversi in parallelo, come uno scacchista multitasking.
Ha superato GPT o3 e Grok 4 in diversi test.
Ha anche vinto una medaglia d’oro alle Olimpiadi Internazionali di Matematica. Ma solo nella versione “da laboratorio”. Quella per utenti “normali” costa $250/mese e arriva solo al bronzo.
🇨🇳 Legge cinese: obbligo di etichettare tutti i contenuti generati da AI
In Cina, dal 1° settembre 2025, se l’hai generato con l’AI, devi dirlo. Chiaro e tondo.
Le piattaforme social come WeChat, Douyin, Weibo e RedNote hanno aggiornato le loro policy: watermark, filigrane e avvisi a tappeto.
Lo scopo è contenere disinformazione, deepfake e frodi digitali. Ma è anche un segnale: la guerra per la trasparenza dell’intelligenza artificiale è ufficialmente iniziata.
📚 Claude a scuola: AI sì, ma per fare il lavoro sporco
Anthropic ha analizzato 74.000 conversazioni tra docenti e Claude.
Risultato? L’AI viene usata soprattutto per:
scrivere curricula (57%)
supportare la ricerca (13%)
valutare (7%)
Ma proprio la valutazione è la più controversa: molti la usano, pochi si fidano.
I docenti stanno creando strumenti su misura con Claude (griglie, dashboard, laboratori virtuali). Ma sull’insegnamento vero e proprio… l’AI non ha ancora preso la cattedra.
🇪🇺 EU AI Act: da agosto 2025 si fa sul serio
Il 2 agosto 2025 è entrata in vigore la nuova ondata di regole del Regolamento Europeo sull’AI.
Cosa cambia?
Ogni Paese deve avere autorità di vigilanza e notifica.
L’Ufficio per l’Intelligenza Artificiale è ufficialmente operativo.
I modelli ad uso generale devono documentare tutto: dati, copyright, rischi.
Le multe sono salate: fino a 35 milioni o il 7% del fatturato annuo.
Occhio: le sanzioni per i modelli più grandi (con rischio sistemico) scatteranno dal 2026.
Nel frattempo… meglio cominciare a fare i compiti.
🔚 In sintesi?
L’intelligenza artificiale oggi è ovunque: scruta il pianeta, diagnostica cuori, genera immagini, ragiona come uno scacchista, insegna (ma solo quando non c’è da correggere i compiti), e — come abbiamo visto — può anche fallire nei momenti più delicati.
Dietro ogni innovazione, c’è una domanda che non possiamo ignorare: chi decide come e perché usiamo questi strumenti?
E soprattutto: chi si prende la responsabilità quando sbagliano?
Non serve essere tecnologi per stare in questa conversazione. Serve solo scegliere di non restare spettatori.
Il futuro non lo scrive l’AI. Lo scriviamo noi, con penna condivisa.
E a volte, anche con un Nano Banana.
🎧 Vuoi approfondire e riflettere insieme?
Ascolta il podcast Lavoro Meglio con l’AI: ogni settimana storie, spunti e strumenti per usare l’intelligenza artificiale in modo più consapevole, umano e trasformativo.
Perché la vera innovazione parte sempre da una buona conversazione.