Mentre ci prepariamo alle festività con l’illusione di “staccare la spina”, il mondo dell’intelligenza artificiale si scatena più di un bambino davanti al calendario dell’avvento. Ecco le notizie che fanno battere il cuore (e alzare qualche sopracciglio) a chi lavora, crea e pensa con l’AI.
🧚♀️ Disney & OpenAI: il sogno continua (e si può remixare)
Cosa succede quando la casa di Topolino incontra la bottega di ChatGPT? Un patto da 1 miliardo di dollari, sì avete letto bene.
👉 La Walt Disney Company diventa partner esclusivo di OpenAI per portare oltre 200 personaggi Disney, Marvel, Pixar e Star Wars su Sora, la piattaforma video generativa di OpenAI. I fan potranno generare brevi video ispirati ai loro eroi preferiti… con un prompt!
🎬 Alcuni video finiranno anche su Disney+, e Disney userà le API di OpenAI per creare nuovi strumenti creativi, anche interni all’azienda. Un mix tra tecnologia e storytelling che vuole essere etico e umanocentrico, per valorizzare (e non sostituire) la creatività umana.
💬 Parola di Robert Iger, CEO Disney: “Vogliamo mettere l’immaginazione direttamente nelle mani dei fan.” E Sam Altman (CEO OpenAI) rilancia: “Così l’innovazione serve la società.” Chissà cosa penserebbe il buon Walt Disney che diceva “Se puoi sognarlo, puoi farlo”…
🧑💻 Lo usano tutti, ma nessuno lo dice: il paradosso dell’AI al lavoro
📊 Secondo una ricerca di Anthropic, il 69% dei lavoratori usa quotidianamente l’intelligenza artificiale… ma lo nasconde. Per paua di essere giudicati o sostituiti o entrambe le cose
😰 Il dilemma è reale:
se non usi l’AI, rischi di restare indietro.
se la usi troppo, sembri sostituibile.
Il risultato? Uno stigma silenzioso. Come quando mangi cioccolato fondente in piena dieta e fai finta di niente.
✨ Eppure l’AI fa risparmiare tempo (l’86% dei lavoratori lo conferma), aumenta la produttività (soprattutto per creativi e scienziati), e può liberarci dai compiti ripetitivi per concentrarci su ciò che conta davvero: la relazione, la cura, la strategia.
👨🎨 Creativi, però, con le antenne dritte: il 97% usa l’AI, ma il 70% teme che il proprio lavoro perda significato. E molti junior vedono allontanarsi le prime esperienze lavorative, sostituite da codici generati in automatico.
📉 In sintesi? Usiamo l’AI per lavorare meglio, ma non sappiamo ancora come parlarne senza ansia. Serve un nuovo alfabeto del lavoro aumentato. Serve fiducia. Serve cultura.
🍳 Lo Chef Algoritmico: l’intelligenza artificiale scende in cucina
🥦 Il cibo è cultura, è cura, è chimica. E ora è anche… calcolo molecolare e visione computerizzata.
In ospedali, fast food e cucine su larga scala, AI e robotica stanno rivoluzionando la gastronomia. Bracci robotici cucinano 24/7, l’AI genera ricette creative in pochi secondi e monitora la cottura in tempo reale.
👩⚕️ Caso studio: l’ospedale universitario di Tubinga (Germania) ha installato una cucina robotica per rispondere alla carenza di personale. Risultato? Piatti iper-personalizzati, affidabilità altissima e più qualità per i pazienti.
Ma la vera promessa non è solo efficienza: è democratizzare il cibo su misura, rendendo accessibile la nutrizione personalizzata. La tecnologia non sostituisce gli chef: li libera dalle catene del tempo e li trasforma in direttori creativi dell’esperienza culinaria.
🧠 GPT-5.2: più intelligente, più affidabile, (quasi) più umano
🧙♂️ Se le versioni precedenti erano apprendisti brillanti, GPT-5.2 è un team di esperti multitasking, capace di:
leggere 500 pagine e trovare l’informazione giusta in un lampo (grazie al contesto lungo),
scrivere codice, sviluppare app e correggere bug (come un software engineer senior),
interpretare grafici e immagini complesse (con un tasso d’errore dimezzato).
Con tre modalità d’uso (Instant, Thinking e Pro), può trasformarsi nel tuo assistente personale, analista, consulente o coach. E lo fa con meno errori, più sicurezza e protezione per i minori.
In breve: un salto di qualità che cambia le regole del gioco, ma solo se sappiamo come giocarci. Che dire… lo testeremo e nei prossimi episodi di “Lavoro Meglio con l’AI” l’ardua sentenza…
🏦 Centai chiude: quando l’AI non basta a salvare un progetto
🧨 Intesa Sanpaolo ha annunciato la chiusura del suo centro di ricerca sull’intelligenza artificiale, Centai, per conti in rosso e dissapori gestionali.
Una notizia amara: Centai era nato con ambizioni accademiche e progetti di impatto sociale (tra cui quello per contrastare la disinformazione). Ma i numeri non tornavano: 800.000 € di passivo.
💼 La buona notizia? I 30 ricercatori saranno assorbiti in banca, anche se con ruoli meno scientifici e più operativi. Resta l’interrogativo: può l’innovazione sopravvivere alla logica di bilancio?
La tecnologia evolve. E noi con lei. Ma il vero cambiamento non è nei processori, è nelle relazioni, nel linguaggio, nella cultura che costruiamo intorno all’AI.
🎧 Vuoi approfondire questi temi con storie, strumenti pratici e riflessioni ad alto tasso di umanità?
👉 Ascolta il podcast “Lavoro Meglio con l’AI”
Unisciti alla conversazione su come usare l’intelligenza artificiale per potenziare il tuo lavoro, migliorare il benessere e non perdere l’anima (né l’ironia).
Perché l’AI può fare tante cose…
Ma solo tu puoi decidere chi vuoi diventare nel cambiamento.