😲 L’IA ci sorprende (di nuovo): dalle prodezze di Google alle gaffe dei media, passando per chatbot-snob e una pioggia di miliardi

Settimana intensa, complessa e pure un po’ teatrale, come piace a noi. E chi ci regala il colpo di scena? Google, ovviamente. Ma niente spoiler: ci vediamo nell’episodio di “Lavoro Meglio con l’AI” del 28 maggio, dove si svelano tutti i retroscena e i drammi tra i nostri amati LLM sempre più in guerra. Popcorn pronti.

Nel frattempo, eccoci qui: maggio 2025, e l’intelligenza artificiale accelera come se avesse montato un razzo. Tra alleanze da red carpet tra media e tech, fiumi di miliardi in infrastrutture e nuove policy pubbliche, l’IA ha smesso di essere solo un oggetto da conferenze: è diventata l’anima segreta (mica tanto) della trasformazione sociale ed economica.

🌍 Le Monde e Perplexity: informazione guidata dall’IA

Breaking news dal paese dei croissant: Le Monde ha un nuovo chatbot, frutto della collaborazione con Perplexity AI, che risponde usando solo gli articoli del giornale. In pratica, un assistente super chic che non legge pettegolezzi ma solo fonti certificate.

Obiettivo? Informazione affidabile e, udite udite, un modello economico che funziona anche per chi scrive. Con 661.000 abbonati digitali, Le Monde ha siglato anche accordi con OpenAI, spartendo pure gli incassi con i giornalisti. Oui, c’est chic.

Perché è importante

Un modello che potrebbe salvare capra, cavoli e giornalismo. Se lavori in comunicazione, editoria o content marketing, chiediti: come possiamo usare l’IA senza trasformarci in un blog impersonale che sembra scritto da un frigorifero?

Per i lettori, è una svolta: più chiarezza, meno fuffa. Ma occhio: dietro ogni chatbot c’è un algoritmo che decide cosa leggiamo. Quindi: occhi aperti, spirito critico e magari ogni tanto un salto sulla fonte originale, giusto per non farci manipolare.

🤖 LLM che creano società: l’IA impara le regole sociali

Un applauso a Maria Pia, ascoltatrice modello, per la dritta su questa chicca da manuale di sociologia digitale. Ricercatori UK e danesi hanno scoperto che gruppi di LLM possono darsi regole sociali come i migliori comitati di condominio. Parliamo di 24 a 200 agenti che sviluppano norme, bias collettivi e (udite udite) riescono a cambiare le regole comuni. Sì, tipo rivoluzioni silenziose.

Perché è importante

Pensare l’IA come sistema sociale è il nuovo zen. Se lavori in sicurezza, etica o progetti complessi, qui si apre un mondo: altro che codice binario. Per tutti noi, significa che gli algoritmi non solo reagiscono, ma si influenzano a vicenda. E noi? Spettatori ignari o protagonisti informati?

Attenzione: queste regole emergenti non sempre le controlliamo. Ecco perché serve una bella rinfrescata di alfabetizzazione tecnologica, così magari riconosciamo quando ci parlano i bot e quando  nostro cugino.

📊 Google rilancia la sfida: AI Mode e Gemini 2.5

Google ha tirato fuori il carico da 90 al suo I/O: Gemini 2.5 e la famigerata “AI Mode”. Una ricerca personalizzata che, detta brutalmente, ci conosce meglio del nostro miglior amico. Multimodalità, suggerimenti proattivi, simulazione di ragionamento (tipo Deep Think, mica pizza e fichi). L’obiettivo? Un AI universale. L’ansia? Altissima.

Perché è importante

La ricerca non è più un campo neutro e cambiano le regole del gioco.

Per noi utenti, è come avere un motore di ricerca con la sfera di cristallo. Bello? Forse. Ma se ti suggerisce solo ciò che già ti piace, come evolvi? Occhio alle bolle, non solo quelle dello spritz.

Domanda chiave: siamo noi a cercare, o l’IA a cercare per noi? Allenare il pensiero critico potrebbe diventare la skill più hot del decennio.

💎 OpenAI + Jony Ive: il design dell’IA diventa umano

OpenAI compra IO per 6,5 miliardi e porta Jony Ive a bordo. Obiettivo? Dire addio agli schermi e dare il benvenuto a dispositivi AI che sembrano usciti da un film di fantascienza con budget illimitato: AI Pin, occhiali smart, assistenti vocali connessi a Gemini. Insomma, la Apple del futuro.

Perché è importante

Il design dell’IA non è solo una questione di estetica, ma di esperienza, accessibilità e dignità.  Meno freddo metallo, più empatia embedded.

Certo questi nuovi device potrebbero essere più intuitivi, ma anche più invadenti. Se tutto è mediato da un assistente, dove finisce l’umano? Il rischio è diventare utenti passivi di esperienze perfette ma senz’anima.

🕵️‍♂️ AI generativa e media: opportunità e rischi reali

Il Sun-Times ha pubblicato una guida estiva scritta da un’IA con titoli inventati, citazioni false e autori immaginari. Nessuno ha controllato. È tutto vero, purtroppo. La fiducia nei media vacilla, e a buon diritto.

Perché è importante

Delegare la creazione di contenuti a un’IA è come dare le chiavi di casa al primo robot aspirapolvere che passa. Servono regole, policy chiare e soprattutto revisione umana.

Per noi lettori, significa diventare più svegli: ancora una volta controllare fonti, confrontare versioni, usare la testa. La verità non è un algoritmo. E se tutto sembra autorevole, niente lo è più davvero. Amen.

🌟 Choose France 2025: 40 miliardi per IA e industria

Durante il summit “Choose France” è piovuta una valanga di soldi: 40,8 miliardi di euro, 13.000 posti di lavoro, e una Francia che punta a diventare l’hub AI d’Europa. I protagonisti? Brookfield, MGX, Nvidia e Digital Realty. Insomma, un’Eurovision dell’AI, senza canzoni ma con tanti zeri.

Perché è importante

Significa più servizi, più opportunità, più futuro (con moderazione).

Rischio dietro l’angolo: che i benefici vadano solo a pochi. Le politiche pubbliche devono garantire equità, accesso, e magari anche un po’ di giustizia sociale. Perché, diciamolo, i francesi sono maestri nel sorprendere… ma anche nel centralizzare.

🔹 Conclusione

L’IA non è più il futuro: è il presente che corre con le scarpe da ginnastica nuove. E spesso corre più veloce di noi.

Anche chi non lavora nella Silicon Valley ormai convive con l’IA: dai suggerimenti su Spotify alle notifiche che sembrano leggere nella mente. Capirla è un atto di sopravvivenza, non solo una skill da CV.

Il vero rischio? Usarla senza accorgercene. O peggio, fidarci ciecamente. E allora, prendiamoci quel momento in più per domandarci: cosa ci facilita davvero la vita e cosa invece ci anestetizza?

Qual è il tuo prossimo passo? Informarti, sperimentare, condividere. E già che ci sei, magari condividi anche il podcast “Lavoro Meglio con l’AI”. Perché, spoiler: il futuro si costruisce meglio se ne parliamo insieme.