🤯 Dall’AI che parla con le balene a quella che (forse) ci cura: le notizie tech della settimana!

Svolte scientifiche, nuove tecnologie e qualche scivolone algoritmico: questa settimana nel mondo dell’intelligenza artificiale è successo di tutto.


🧬 Quando l’AI di Google parla il linguaggio delle cellule

Chi l’avrebbe detto che un modello linguistico potesse suggerire una terapia oncologica? Eppure è esattamente quello che ha fatto C2S-Scale 27B, parte della famiglia Gemma di Google.
Insieme all’Università di Yale, ha proposto una combinazione terapeutica per quei tumori che sfuggono al radar del sistema immunitario.

💊 Grazie alla “collaborazione” fra:

  • Silmitasertib, che agisce su un enzima cellulare

  • Interferone, molecola naturale che stimola la risposta immunitaria

📊 Risultato nei test di laboratorio: +50% nella capacità delle cellule di mostrare antigeni e diventare visibili al nostro sistema di difesa.

🧪 Un passo promettente. Ma attenzione: siamo ancora nella fase pre-clinica. Serve tempo (e molta validazione empirica) prima di pensare a una terapia vera e propria.
🔍 Nota importante: sì, la AI può generare ipotesi, ma non può sostituire la scienza. Né la responsabilità umana.


🧭 Atlas: il browser che ti legge nel pensiero (con il tuo consenso, si spera)

Dimentica le 47 schede aperte e la ricerca del “dove avevo letto quella cosa?”.
ChatGPT Atlas, il nuovo browser di OpenAI, integra l’intelligenza artificiale direttamente nella tua navigazione, aiutandoti a scrivere, cercare, pianificare e persino prenotare – tutto in un’unica esperienza fluida.

🚀 Le novità che fanno pensare:

  • Memoria semantica (non i soliti cookie): ricorda il perché hai fatto una ricerca, non solo il dove.

  • Modalità agente: pianifica eventi, cerca voli, scrive email quindi non solo risponde, agisce.

  • Privacy modulare: puoi scegliere cosa ricordare e cosa no, come dire.. più un “maggiordomo discreto” che “grande fratello”.

🛑 Ma non cadiamo nell’automazione cieca: anche questo super-browser ha bisogno di supervisione, direzione e – perché no – una buona dose di consapevolezza.

Nota: al momento è disponibile solo per MacOS, presto arriverà per Windows e Android


📉 Il lato oscuro: l’informazione secondo le AI (spoiler: ci manca qualcosa)

E qui arriva il promemoria che serviva: non tutto ciò che luccica è accurato.
Uno studio condotto in 18 paesi con 22 emittenti pubbliche ha analizzato oltre 3000 risposte di assistenti AI come ChatGPT, Gemini, Copilot e Perplexity.

🔎 Ecco i risultati:

  • 45% delle risposte ha mostrato problemi significativi di accuratezza

  • 81% presentava almeno un problema informativo

  • Gemini (Google) ha collezionato il maggior numero di errori legati all’uso delle fonti (72%)

📌 Gli errori non sono solo refusi: si parla di contenuti non supportati, affermazioni errate, e persino attribuzioni inventate.

⚠️ Messaggio importante: le AI generative non sono fonti giornalistiche, sono strumenti e come tutti gli strumenti, servono mani esperte, etica solida e occhi ben aperti.


🐋 Cetacean Code: quando l’AI traduce il canto delle balene

Sembra fantascienza, ma è già scienza: il progetto CETI – Cetacean Translation Initiative utilizza l’AI per analizzare, decifrare e rispondere ai vocalizzi dei capodogli.

🎧 Ecco come funziona:

  • reti di idrofoni sottomarini catturano i suoni su km quadrati

  • l’AI analizza le sequenze sonore cercando schemi, grammatica e significato

🚀 Obiettivo finale: iniziare un vero dialogo con le balene (senza Emoji, per ora 🐳)

💡 È un esempio bello di ciò che può nascere quando tecnologia e rispetto per il vivente si incontrano.


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