✍ A cura del team di “Lavoro Meglio con l’AI”
La WWDC 2025 è arrivata e se n’è andata lasciando una scia di… boh. Sì, ci sono novità, sì, si è parlato tanto di intelligenza artificiale, ma diciamo che il pubblico si aspettava un ruggito e ha sentito un “miao”. Apple ha mantenuto il suo stile: prudente, privacista, e – diciamocelo – un po’ in affanno rispetto ai competitor.
📦 Cosa c’è di nuovo nel pacchetto “Apple Intelligence”?
Apple ha presentato diversi strumenti AI integrati nei suoi ecosistemi, ma la sensazione generale è stata: “Bello, ma… era ora”. Vediamoli nel dettaglio:
🌐 Live Translation
Traduce le chiamate – vocali e FaceTime – in tempo reale. Utile, certo. Rivoluzionario? Beh, non proprio: Google lo fa dal 2020.
🏃 Workout Buddy
Un coach virtuale che ti motiva durante l’attività fisica. Ti dice cose tipo: “È la tua seconda corsa della settimana, stai andando alla grande!”. Grazie, ma lo dice anche il mio trainer…
📸 Visual Intelligence
Uno strumento AI che interpreta il contenuto della fotocamera: riconosce oggetti, riassume pagine web, esegue azioni contestuali. Bello, sì, ma Android con Gemini ci è già arrivato.
🧙 Genmoji & Image Playground
Puoi combinare emoji (lampadina + bradipo? Perché no!) e creare immagini con stile personalizzato. Più “carino” che “utile”.
🧠 Il “Foundational Models Framework” (ovvero: sviluppatori, fate voi)
Apple ha introdotto una struttura che permette agli sviluppatori di integrare direttamente i suoi modelli AI nelle app, sia localmente che nel cloud con “Private Cloud Compute”, garantendo sicurezza e privacy. Swift è la prima app a testarlo. Ma la vera domanda è: quanti altri seguiranno?
🗣 Siri chi? Il peso crescente di ChatGPT
Siri è diventata un tramite: quando non sa rispondere (cioè spesso) chiede aiuto a ChatGPT. Non proprio l’idea di “assistente intelligente” che avevamo in mente. E secondo Bloomberg, la nuova Siri funziona solo nel 66% dei casi. Immagina una lavatrice che lava solo 2 volte su 3…
📉 Apple, un passo indietro e uno studio controverso
Apple ha anche rilasciato un paper: “The Illusion of Thinking”, una critica nemmeno troppo velata ai modelli AI concorrenti (ciao OpenAI, ciao Google). Lo studio mostra che i modelli AI, messi di fronte a task sempre più complessi (tipo la Torre di Hanoi), collassano in modo imbarazzante, pur avendo ancora token disponibili.
Morale? Secondo Apple, i modelli “fingono” di ragionare. Ma, come ha detto qualcuno su X, “non è nulla di nuovo che già non si sapesse 😂”. E io mi chiedo: perché scrivere una cosa del genere? Mah! Certo a “pensar male…”
🧪 Mistral AI risponde con “Magistral”: e Apple osserva
Nel frattempo, Mistral ha lanciato Magistral, un modello di reasoning avanzato, trasparente, open source (nella versione Small) e incredibilmente rapido. Mentre Apple riflette se correre o camminare, gli altri già fanno parkour.
🤔 Conclusione: strategia o ritardo?
Apple continua a puntare tutto su privacy, qualità e integrazione hardware-software. Ma nel mondo AI, dove ogni mese è un’era geologica, lenti e cauti rischia di significare… irrilevanti. Il cambio ai vertici (Giannandrea e Rockwell fuori) lo dimostra: a Cupertino qualcosa non va.
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